Mondi Paralleli

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SE LA MALATTIA E' PIU' VELOCE DELLA POLITICA

di MARISA MELIS

QUOTIDIANO SARDEGNA DEL 15 AGOSTO 2011

Siamo tutti a conoscenza della situazione economica non proprio felice dell’Italia, siamo pure consapevoli che arrivando meno soldi da parte dello Stato agli Enti Locali, a pagare il prezzo più duro di questa manovra saranno le fasce più deboli, perciò anche i disabili.

Però la situazione del mancato aggiornamento del nomenclatore tariffario ausili per disabili non è certo roba di questi giorni. Sappiamo tutti che gli ausili che servono ai disabili sono forniti dal nomenclatore che però è fermo dal lontano DM 332/99. Siamo fermi da 12 anni. Sappiamo benissimo che in questo lungo periodo ci sono state tantissime innovazioni nel mondo degli ausili. Perciò se al disabile serve quel tale strumento e il fisiatra lo prescrive, l’ASL può non fornirlo perché non è compreso nel nomenclatore.

Unica strada perciò da percorrere è quella del Tribunale. Possibile che noi familiari dobbiamo sempre ricorrere a tali vie per vedere risolti certi PROBLEMI? C’è una nota che TUTTI i disabili affetti da gravissime disabilità, deve conoscere (art.5 comma 3 DM 332/99), appunto quella che indica che l’azienda USL PUO’ autorizzare la fornitura di dispositivi non inclusi negli elenchi del nomenclatore.

Così a Perugia un disabile affetto dalla sindrome di Duchenne (circa un anno fa), impugnando quell’articolo, è riuscito tramite il Tribunale ad avere una carrozzina elettrica (costo circa 17 mila euro) che ha la particolarità di “verticalizzarsi”. Posizione che gli consente per almeno due ore al giorno di stare diritto e di rallentare l’atrofizzarsi dei muscoli e l’accorciamento dei tendini. Perciò quest’ausilio è utilissimo. Quanti altri ausili non compresi nel nomenclatore sono privati ai disabili gravissimi, perciai malati di tantissime distrofie, SLA ecc.? Tale sentenza crea un precedente, da utilizzare al caso.

Perché è successo che il Governo non abbia fatto i dovuti LAVORI per il nomenclatore e per i LEA (Livelli essenziali di assistenza), rimandando sempre i dovuti appuntamenti, facendo così trascorrere inutilmente gli anni?

Certi malati non possono aspettare i tempi del Governo, perché i loro sono veramente ridotti. Perché non esiste una sensibilità in tale direzione? Eppure è verggnoso che il nostro Salvatore Usala (malato di SLA) debba manifestare a Roma presso il Ministero Salute e sotto l’Assessorato Sanità a Cagliari in pieno luglio e dicembre 2010, per vedere riconosciuti i suoi diritti.

Il tempo non si ferma!!

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